Otello Rosa - artista veneziano

Otello Rosa

Venezia 1920

Montebelluna 2007

La nera brutta bestia Depressione si scatena contro le anime dei grandi, come volesse sottolineare e certificare la loro grandezza. Nel letto d’ospedale, a china, sul foglio bianco, ha disegnato un albero contorto, pieno di disperazione, nell’inverno della malattia, nel gelo della stagione. Da quell’albero, da quel disegno a china, raccontano che Otello abbia ripreso lentamente a vivere. Ha combattuto e superato la notte con la pittura, cercando bellezza, sempre. Forse soltanto bellezza può vincere la malattia della solitudine boia, della depressione che esclude. Forse. Amava disegnare alberi e vigne, abbandonati nella campagna d’inverno, che gli sono cari, forse perché tengono in loro il segreto della vita, perché soffrono le stagioni, senza gridare, perché hanno radici profonde. Hanno l’anima.

“Se non fossi uomo vorrei essere albero.” Inverno. Freddo. Come l’angoscia che soffoca il cuore. E fiori, delicatissimi fiori. E un ritratto di donna. La sua donna, forse. Certo che sì. Era puro nell’animo. Bisogna esserlo, per ritrarre la Donna, la propria donna.

Franco Zizola, estratto da “Per Otello Rosa” 2011

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