Realtà e fantasia, passato e presente, ma anche futuro, sono colti nelle sue acqueforti, nelle magistrali puntesecche, nelle delicatissime acquetinte come dentro un sogno "da sveglio", dove la sicurezza del disegno si impreziosisce con l'intelligenza tecnica, con la riuscita sperimentazione innovativa. Le Venezie oniriche "viste" attraverso la memoria deformatrice, quasi sovrapponendo vecchi vetri malfatti; le dolcissime figure femminili con l'abbandono sensuale delle mani; ma anche le "parlanti" nature morte vivificate da luci misteriose, quasi palpitare di linfe. Filo conduttore è sempre il disegno vibrante, quell'ideale grafico che è per Otello Rosa la sua scrittura di sempre, architrave di tutta la sua opera.